Questa poesia sul treno nasce da immagini che arrivano in silenzio ma restano impresse come fotografie mentali. È un micro‑viaggio interiore, un piccolo cortometraggio di emozioni.
Il Treno
“E guardo la mia vita scorrere via ,
come fossi un passeggero furtivamente affacciato
al finestrino del treno sbagliato
e con in mano un biglietto strappato.”
Flora Tarantino
Quando arriva l’immagine del treno
Non ricordo mai quando e perché mi arrivano questo tipo di pensieri.
Sicuramente partono da un’immagine chiara, che si forma nel mio cervello senza bisogno di parole.
È come se provassi una frustrazione a cui, in qualche modo, cerco inizialmente di sottrarmi.
Il più delle volte, questi versi sono sussurri che devo annotare.
O solo pensieri che fuggono via, e che cerco di trattenere.
Scriverli è il mio modo per non lasciarli andare.
Una poesia sul treno come metafora del tempo, del viaggio, e dell’identità
“Il Treno” è una poesia breve, ma intensa.
Parla di una sensazione familiare: quella di salire su un treno sbagliato.
Un viaggio che non è quello che volevi.
Il tempo che scorre e non torna.
Un biglietto strappato che racconta più di quanto sembri.
Scrivere poesie come questa mi aiuta a dare forma all’invisibile.
E forse, chi legge, si riconoscerà in quella corsa sfuggente.
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